venerdì 27 febbraio 2015

News da ItaliaOggi: "L'UE: Italia sulla strada giusta, ma deve accelerare il passo"

Semaforo verde per l’Italia dall’Ue. Anzi no, il colore giusto è il giallo, perché, per restare nella metafora, se l’Italia vuole davvero che le procedure per deficit eccessivo restino un ricordo lontano, deve accelerare le riforme. E’ Pierre Moscovici, commissario Ue per l’Economia, in un’intervista rilasciata alla Stampa, a spiegare perché, anche in presenza di un debito pubblico da record e di un andamento dell’economia ancora preoccupante, Bruxelles abbia dato il via libera alla legge di stabilità 2015 e permesso dunque di evitare una manovra correttiva di circa 4 miliardi di euro.
 
“Se avessimo deciso in novembre come previsto”, ha spiegato Moscovici a Marco Zatterin, corrispondente di La Stampa a Bruxelles, “avremmo dovuto mettere sotto infrazione sia l’Italia, sia il Belgio, sia la Francia. Abbiamo invece scelto la strada del dialogo e posto le condizioni per un segnale di incoraggiamento agli interventi strutturali. Punire è un’ammissione di sconfitta per chi infligge la pena ed è un’umiliazione per chi è colpito: se ci sono le condizioni è sempre meglio cercare di evitarlo”. Nel caso dell’Italia, ha spiegato Moscovici, “abbiamo considerato che dal punto di vista delle riforme i segnali sono incoraggianti. Il programma del governo è ambizioso. Detto questo, non va dimenticato che c’è ancora molto altro da fare, nella pubblica amministrazione come nell’ambiente in cui operano le imprese. Ed è cruciale assicurarsi che le riforme siano effettivamente realizzate, cosa che, nonostante i recenti progressi, è sempre stata un punto debole”. 
 
Moscovici ha chiarito che la posizione della commissione a proposito dell’Italia è unanime: in sostanza, è stato deciso “di dare una possibilità al paese di andare avanti” e nessuno ha pensato a bocciature perché “il paese gode di un pregiudizio positivo per quanto riguarda le riforme”. “In un tempo non lontano la Commissione pensava che l’Italia non fosse in grado di cambiare. Adesso l’immagine è mutata. Restano dubbi sulla capacità amministrativa, ma c’è consenso sulla volontà di rinnovamento. Ora vigileremo che facciano quello che hanno detto. E’ giusto e realizzabile”.    

giovedì 26 febbraio 2015

Le ultime da ItaliaOggi: "L'UE promuove l'Italia: nessuna procedura per deficit eccessivo, bene il Jobs Act"


Via libera di Bruxelles alla manovra dell'Italia. La Commissione ha deciso ieri di non aprire una procedura contro l'Italia dopo l'analisi della Legge di Stabilità da parte del Collegio dei Commissari. Secondo quanto si legge nel documento esaminato oggi, gli "squilibri sono rimasti invariati, richiedono monitoraggio specifico e decise azioni politiche" ma sono riconosciuti fattori rilevanti.

Nessuna procedura per il debito italiano, perché la Commissione ha tenuto in conto i fattori rilevanti come le riforme, ha detto il vicepresidente Valdis Dombrovskis spiegando che anche il Belgio è salvo dalla procedura. La Commissione ha anche promosso il Jobs Act perché "ha fatto decisivi cambiamenti nella legislazione di protezione del lavoro e nei benefici per la disoccupazione per migliorare l'entrata e l'uscita dal mercato del lavoro".

"Nel caso della Francia, dell'Italia e del Belgio", i tre paesi sotto osservazione, "è cruciale la piena implementazione delle riforme strutturali in atto e in programma".



lunedì 23 febbraio 2015

News da ItaliaOggi: "Co.co.co. al capolinea". I Jobs act puntano alla decisa riduzione del lavoro precario

Non è l’abolizione (o semi abolizione) dell’articolo 18 la spina dorsale del Jobs act, ma la cancellazione di tutte le forme di lavoro grigio e la loro trasformazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato (a tutele crescenti). Secondo Matteo Renzi, nel 2015 200mila lavoratori passeranno quest’anno da un contratto di finta co.co.co. o co.co.pro. a un contratto di lavoro subordinato: oggi non hanno alcuna garanzia di stabilità del posto di lavoro, godono di ridotte tutele pensionistiche e sono privi di ammortizzatori sociali. Domani avranno qualche certezza in più sul loro futuro. In cambio le imprese vedono cadere vincoli, ormai fuori da ogni logica produttiva, sui licenziamenti. Questo dovrebbe eliminare molte remore a dare il via a nuove assunzioni (agevolate dalla legge di stabilità anche con sgravi contributivi per i primi tre anni).

Uno dei decreti legislativi approvati venerdì scorso dal consiglio dei ministri (in prima lettura) prevede invece una sanatoria per tutte le collaborazioni convertite in contratti di lavoro subordinato entro il primo gennaio 2016 (ci vorrà ancora qualche mese per far diventare legge questa parte del jobs act). Inoltre non si potranno più sottoscrivere contratti di lavoro a progetto. E alle finte collaborazioni si applicherà la stessa disciplina del lavoro dipendente.
 
Le collaborazioni non saranno abolite, ma il tentativo è quello di eliminare quelle che mascherano un rapporto di lavoro dipendente: dovrebbero restare solo quelle legate a prestazioni intellettuali. Dal primo marzo, poi (dovrebbero esserci i tempi tecnici per la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale di un altro dei decreti approvati dal consiglio dei ministri di venerdì) entrerà in vigore il contratto a tutele crescenti che, riducendo le tutele per i neo assunti, dovrebbero però incentivare le imprese ad assumere. Invece di una tutela intangibile di un diritto astratto, una tutela ridotta, ma di un posto di lavoro concreto.
 
Si tratta in realtà di una riforma chiesta da anni all’Italia, ma che finora non si era riusciti a realizzare per la fortissima opposizione della Cgil e dei suoi alleati all’interno e all’esterno del Pd. Nella stessa giornata di venerdì è arrivato il plauso dell’Ocse alla riforma, secondo il quale il Jobs Act può essere 'il motore del cambiamento' per un Paese fermo da troppo tempo. Secondo l’Ocse, se attuata pienamente, insieme alle riforme strutturali, questa riforma potrebbe portare un incremento del Pil pari al 6% nei prossimi dieci anni e la creazione di 340.000 nuovi posti di lavoro nell’arco di cinque anni.

venerdì 20 febbraio 2015

Le ultime da Il Sole 24Ore: "Lavoro, le mansioni diventano più flessibili"

Le imprese, in via unilaterale, potranno variare le mansioni di un lavoratore in tutti i casi di «modifica degli assetti organizzativi» (una nozione più ampia di quella contenuta nella delega, che limitava tale facoltà alle sole ipotesi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale). Se si percorrerà questa strada, l'attribuzione unilaterale a nuove mansioni non potrà scendere «sotto un livello di inquadramento» e non dovrà comportare «modifiche alla retribuzione in godimento» al momento del cambio dell'incarico.
 
La contrattazione collettiva, compresa quella aziendale, avrà comunque sempre la possibilità di individuare ulteriori ipotesi di modifica, anche in pejus, delle mansioni. Spazio anche a un rafforzamento normativo dei patti modificativi delle mansioni “certificati”, quelli cioè sottoscritti in sede protetta (essenzialmente sindacale o, finché rimarranno, presso le direzioni territoriali del lavoro). Qui ci si potrà accordare nel modificare le mansioni per tre motivi: «mantenimento dell'occupazione», per «acquisire nuove professionalità» o per «conciliare al meglio vita e lavoro». La possibilità di variare incarico per ragioni di salute (per esempio in caso di grave malattia) è sempre ammessa (come del resto accade già oggi). Inoltre, la 'promozione automatica' scatterà dopo 6 mesi (e non più dopo 3), «salva diversa volontà del lavoratore».

 
Al Dlgs di riordino delle tipologie contrattuali che verrà portato oggi per un primo giro di tavolo al consiglio dei ministri, è stata inserita una 'postilla' finale di 8 commi che, in attuazione della delega lavoro, apre ufficialmente la strada legislativa alla possibilità di modificare le mansioni di un lavoratore, riscrivendo l'articolo 13 dello Statuto dei lavoratori datato 1970.
Le novità, se varate definitivamente dal Governo, si applicheranno a tutti i dipendenti (vecchi e nuovi assunti), e il cambiamento rispetto alla disciplina attuale è abbastanza marcato.

giovedì 19 febbraio 2015

Sicurint approda su 'Top Aziende'

Dopo la recente uscita su ‘Mille Imprese’, sia nell’edizione di Verona che in quella vicentina, Sicurint Group si appresta all'approdo – con tanto di scorcio in copertina - sulle pagine del prestigioso ‘Top Aziende’.
 
Si tratta di una pubblicazione curata dal Gruppo Telenuovo, che da trent’anni offre un dettagliato report sull’economia veronese: una panoramica che non propone soltanto dati e cifre, ma presenta anche storie e protagonisti delle aziende leader della nostra città.
 
Nell’edizione 2015 – in arrivo a breve nelle edicole – sarà riservato ampio spazio a Gruppo Sicurint, con un’intervista al Presidente Michele Lodi: un bilancio sul ‘viaggio’ compiuto fin qui e un’occhiata alle prospettive future.

 

Dalla rassegna stampa. ItaliaOggi: "Controlli sul lavoro più incisivi"

Arriva l’Agenzia per le Ispezioni sul Lavoro, che accorperà i servizi a oggi suddivisi tra Ministero del Lavoro, Inps e Inail all’insegna di un forte snellimento di uomini e strutture, con l’obiettivo di semplificare le procedure e rendere più incisive le ispezioni. Ma l’organismo, che dovrebbe vedere domani la luce con decreto al Consiglio dei Ministri in attuazione del Jobs Act, rischia di provocare un nuovo scontro governo-sindacati sul terreno della riforma del lavoro.
 
«Se le anticipazioni saranno confermate, si tratta di provvedimento che rischia di paralizzare tutto, non ci sarà nessuna semplificazione, nessuna garanzia sulle attività ispettive e di vigilanza, nessuna tutela per posti di lavoro e le retribuzioni dei dipendenti.
E soprattutto nessuna certezza sui controlli che servono a garantire sicurezza sul lavoro, salute e tutela ambientale», denunciano all’unisono Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa.
 
Il responsabile del lavoro Giuliano Poletti ha convocato in extremis per oggi le sigle per un confronto chiarificatore, ma i margini di modifica dell’impianto del decreto, secondo fonti governative, sono abbastanza stretti. La nuova agenzia unica per le ispezioni avrà un corpo di quasi 5.800 uomini per 18 sedi regionali. Saranno di conseguenza cancellate le 108 direzioni territoriali del ministero del lavoro che svolgono anche le funzioni ispettive e i contratti di locazione delle relative sedi saranno risolti di diritto.

martedì 17 febbraio 2015

Le ultime da ItaliaOggi: "Aziende, ok allo sgravio per i nuovi assunti"

 

Via libera alla fruizione dello sgravio per i nuovi assunti. I datori di lavoro hanno tempo fino al 16 aprile, termine di versamento dei contributi relativi al mese di marzo, per recuperare gli sconti spettanti per i mesi di gennaio e febbraio.
 
Prima di fruire del bonus, però, i datori di lavoro dovranno inviare all’Inps la richiesta di attribuzione del codice di autorizzazione 6Y, senza alcun termine purché "prima della trasmissione della denuncia contributiva del primo mese in cui s’intende esporre il bonus". Lo spiega l’Inps nel messaggio n. 1144/2015.
 
Il bonus opera sulle nuove assunzioni dal 1° gennaio al 31 dicembre 2015 e spetta ai datori di lavoro imprenditori e non imprenditori; il beneficio, che consiste nell'esonero contributivo (100% dei contributi dei datori di lavoro) per tre anni, fino all'importo massimo di 8060 euro l'anno, si applica  a tutti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, anche se a regime di part time, con eccezione dei contratti di apprendistato, di lavoro domestico e di job on call, con lavoratori in possesso di specifici requisiti: nei sei mesi precedenti l'assunzione non devono essere stati occupati a tempo indeterminato presso qualsiasi datore di lavoro; nel corso dei tre mesi antecedenti l'entrata in vigore della legge di Stabilità 2015 non devono aver avuto rapporti a tempo indeterminato con il datore di lavoro richiedente l'incentivo.
 
I datori di lavoro che hanno titolo allo sgravio devono inoltrare una richiesta di attribuzione del codice di autorizzazione '6Y', avente il significato di 'Esonero contributivo articolo unico, commi 118 e seguenti, legge 190/2014'. Non è previsto un termine, ma la richiesta va inviata prima della trasmissione della denuncia contributiva del primo mese in cui si intende esporre il bonus su Uniemens.  

giovedì 12 febbraio 2015

News da Il Sole 24Ore: 'Costo del lavoro, l'Italia è tra i mercati meno competitivi al mondo'

Assunzione di giovani: si sconsiglia l'Italia. È quanto emerge dal Labour Costs Index 2015 di Verisk Maplecroft, società internazionale di ricerca strategica e analisi dei rischi. L'indagine classifica l'Italia come il paese “più rischioso” per il costo del lavoro tra 172 elencati nel ranking. In altre parole: il mercato occupazionale meno competitivo di Europa e del mondo, in un incrocio di ostacoli burocratici e scarsi standard di produttività. Quanto basta a rendere la Penisola "una tra le location più costose per l'assunzione di nuovi lavoratori. Come risultato il tasso di disoccupazione è molto elevato, soprattutto tra i giovani".
 
L'indagine stima la competività del costo di lavoro secondo la valutazione combinata di costi salariali, rapporto tra stipendio e produttività e oneri vari per le aziende che assumono. La top 10 dei paesi "meno attraenti" è dominata dall'Europa: prima l'Italia, appunto, seguita da Francia (2a), Belgio (3o), Spagna (4a), Finlandia (5a), Slovenia (6a), Lussemburgo (7o), Austria (8o), Islanda (9a) e Grecia (10a). Da un lato non è un caso che quasi tutti i mercati "più rischiosi" per costo del lavoro rientrino nell'area Ocse o, comunque, tra le economie più sviluppate: maggiori diritti per i lavoratori equivalgono salari minimi più elevati e forme di previdenza sconosciute in buona parte dei paesi sotto la lente del ranking.
 
Dall'altro, il record italiano è scandito da fattori che non riguardano solo l'abc delle tutele individuali. Il nostro paese registra contributi previdenziali tra i più elevati al mondo, il settimo valore su scala mondiale. Ma soprattutto una delle performance meno brillanti su scala Ocse per "minimum wage to value added per worker", il rapporto tra salario minimo e il valore aggiunto generato dai singoli lavoratori. La media italiana compete con quelle di Bolivia e Yemen e rappresenta uno degli handicap più vistosi per gli investitori internazionali interessati al business nella Penisola.

martedì 10 febbraio 2015

Dalla rassegna stampa. Il Sole 24Ore: "Industria, positivi segnali di recupero"

Segnali di leggero recupero della produzione industriale a fine anno, grazie all'auto e ai beni strumentali, segno che le imprese stanno rilanciando gli investimenti . L'indice corretto per l' effetto calendario segna a dicembre un +0,1%, la prima variazione positiva dopo cinque mesi di cali consecutivi.
 
La produzione risulta dunque in crescita per il secondo mese consecutivo. L'indice grezzo della produzione è anch'esso positivo con un +0,1% a dicembre dopo due mesi di flessioni marcate.
Nella media dell'intero anno 2014 la produzione è scesa dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ricorda l'Istat.

Ulteriori segnali positivi vengono dall'esame dei macrosettori. L'Istat rileva che a dicembre l'indice destagionalizzato presenta variazioni congiunturali positive nei comparti dei beni strumentali (+3,0%), dell'energia (+0,4%) e dei beni intermedi (+0,3%); diminuiscono invece i beni di consumo (-0,9%). In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a dicembre 2014 rispetto allo stesso mese del 2013, un solo aumento nel comparto dei beni strumentali (+6,5%); diminuiscono invece l'energia (-6%), i beni intermedi (-2,4%) e i beni di consumo (-0,2%).
 
I comparti che registrano i maggiori aumenti tendenziali - sottolineano all'Istat - sono quelli della fabbricazione dei mezzi di trasporto (+14,7%), di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+13,9%) e della fabbricazione di macchine e attrezzature (+8,6%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei comparti della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-10,3%), della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,4%) e della attività estrattiva (-5,8%). Infine, da notare che la produzione di auto cresce del 30,4% a dicembre rispetto al 2013 e chiude il 2014 con un +9,2% anno su anno.

lunedì 9 febbraio 2015

News da ItaliaOggi: "Privatizzazioni e riforme, l'Ocse bacchetta l'Italia. Jobs Act ok"

Il programma di privatizzazioni annunciato dall'Italia "non ha raggiunto gli obiettivi prefissati".
Lo sottolinea l'Ocse nel rapporto “Going for Growth 2015”. L'organizzazione di Parigi invita quindi il nostro governo a "portare avanti le privatizzazioni ed eliminare i legami proprietari tra enti locali e fornitori di servizi".

 Non solo. Secondo l’organizzazione parigina, in Italia negli ultimi due anni "gli sforzi per le riforme hanno rallentato rispetto al periodo 2011-2012" e il Paese si trova pertanto "indietro rispetto alle altre nazioni dell'area periferica dell'Eurozona".

 Promosso invece il decreto sul Jobs Act, che "ha rimosso la maggior parte dei limiti all'utilizzo dei contratti a breve termine per un totale di tre anni" e dà mandato al governo di "introdurre una serie di riforme potenzialmente importanti entro metà 2015". Si sottolinea comunque che il provvedimento deve essere accompagnato da "una rete di sicurezza sociale più estesa e dallo sviluppo di politiche del mercato del lavoro attive".

giovedì 5 febbraio 2015

La parola ai protagonisti di Sicurint: intervista a Massimiliano Spataro



Parola d’ordine sicurezza: si può tranquillamente affermare che rappresenti il filo conduttore del percorso personale e professionale di Massimiliano Spataro, che per Gruppo Sicurint ricopre il ruolo di Security Manager specializzato nel settore investigativo-aziendale.

Membro FEDERPOL (Federazione Italiana Istituti Privati per le Investigazioni, Informazioni e la Sicurezza), ANESPP (Associazione nazionale esperti sicurezza pubblica e privata) e AIPSA (Associazione professionisti security aziendale), dal 2002 è titolare di licenze ex 134 del TULPS per le Investigazioni private e dal 2006 di licenza art. 222/327bis CPP. Nel 2013 ha ottenuto inoltre la specializzazione universitaria in Security Manager con certificazione UNI.

Ad entrare nello specifico del suo vasto curriculum e delle sue mansioni e competenze, è proprio lui:

“Sono Amministratore Delegato di Ui.T.P. SRL, consorziata a Sicurint Group, e seguo prevalentemente il settore investigativo e quello della sicurezza sussidiaria o complementare. Mi occupo nello specifico dell’organizzazione operativa delle investigazioni, interfacciandomi con i miei Responsabili per quanto riguarda la scelta delle strategie e delle procedure da attuare a seconda delle varie situazioni”. 
Ma non solo. Spataro aggiunge: “Seguo anche in prima persona lo studio, l’organizzazione e la gestione dei corsi di formazione e di aggiornamento del personale interno, per quanto riguarda appunto il settore sicurezza e investigazioni”.

Da citare anche, nel suo lungo e proficuo percorso, l’attestato ottenuto lo scorso luglio grazie alla partecipazione, a Roma, al seminario ‘Dalla scena del crimine al profiling’: un prestigioso master in Scienze Criminologiche e Forensi tenuto dal Prof. Vincenzo Mastronardi, luminare della cattedra di Psicopatologia forense del Dipartimento di Neurologia e Psichiatria dell’Università ‘La Sapienza’. 
 
Qual è stato il percorso, la strada che l’ha portata fin qui?
“Posso dire che per me si è trattato di un sbocco ‘naturale’ … Ho seguito insomma le orme dei miei familiari, che da generazioni operano in questo settore, sia nel Corpo di Polizia, che nei Carabinieri e nella Guardia di finanza. Per me è stato quasi ‘fisiologico’ proseguire su questa strada: ho maturato esperienza nel settore militare, in particolare nei Reparti Speciali del ‘BTG San Marco‘ della Marina, per poi approfondire le mie competenze lavorando prima a Montecarlo in Francia, quindi nella Vigilanza Privata in Italia ricoprendo varie funzioni. Ho quindi lavorato per qualche anno alle dipendenze di un noto imprenditore veronese, per poi proseguire il mio percorso come Security Manager presso una multinazionale europea del settore della grande distribuzione. Nel 2006, dopo tre anni di collaborazione con il nostro attuale Presidente Michele Lodi, sono approdato a Sicurint Group”.
Può segnalarci eventuali novità riguardo la complessa normativa in materia?
"Tra le disposizioni legislative più rilevanti degli ultimi anni, citerei il DM 269/2010, che si pone come obiettivo quello di favorire la qualificazione delle imprese e la qualità dei servizi di vigilanza. In particolare, il Decreto si occupa appunto della funzionalità e controllabilità degli istituti di vigilanza ed investigazione, del superamento del limite provinciale della licenza, del perseguimento di un’elevata qualità organizzativa ed operativa dei servizi e della sicurezza delle guardie giurate.
Questo DM ha avuto il merito di definire in maniera inequivocabile quali siano i ruoli specifici nell’ambito della sicurezza e delle investigazioni, sgombrando il campo dal groviglio di possibili interpretazioni: questo consente a noi del settore di poter disporre, finalmente, di linee ben determinate cui fare riferimento, garantendo così al cliente una consulenza più mirata alle sue specifiche esigenze".
Qual è la tipologia di investigazioni di cui più frequentemente vi occupate?
"Il settore aziendale è sicuramente quello che ci vede maggiormente impegnati, giorno per giorno. Ma ci occupiamo anche di indagini e investigazioni a livello privato.

Da poco, tra l’altro, abbiamo attivato una nuova  Divisione Investigativa, dedicata specificamente all’ambito dell’occultismo e delle sette: si tratta purtroppo di un fenomeno che sta dilagando in modo allarmante, mettendo a severo repentaglio la sicurezza e la serenità di molte persone e famiglie. Grazie a questa nuova Sezione, che rappresenta una novità molto importante per tutto il Gruppo, puntiamo ad impegnarci attivamente su questo fronte.
Quali  gli aspetti  più complessi e delicati che vi trovate ad affrontare nel vostro settore?
"Sono davvero molti … Per citarne uno su tutti, direi quello della Privacy: un ambito, com’è facile intuire, estremamente complesso e intricato. Il Garante consente di svolgere le indagini necessarie ad acquisire determinate informazioni, l’importante è però che gli obiettivi delle indagini siano individuati e definiti con la massima precisione.
Per sintetizzare, credo che la difficoltà maggiore nel nostro lavoro, e quindi anche l’abilità di un professionista, consista nella capacità di mantenere le proprie strategie e procedure all’interno di determinati ‘margini’, riuscendo comunque a soddisfare nel migliore dei modi le esigenze e richieste della clientela".



 

 

Breaking news da ItaliaOggi: "Italia in deflazione anche a febbraio, nel 2014 frena il crollo dei consumi"

L'economia italiana resterà in deflazione anche a febbraio.
Lo prevede Confcommercio che, sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di febbraio stima una diminuzione dei prezzi dello 0,1% rispetto a gennaio e dello 0,6% su base annua, con un consolidamento della tendenza deflazionistica in atto da alcuni mesi.
 
Il dato, spiega Confcommercio, riflette tanto la tendenza al ribasso degli energetici, attenuata solo in parte dal deprezzamento dell'euro, quanto il permanere di una bassa dinamica dei consumi.
Quanto ai consumi, l’indicatore di Confcommercio (Icc) registra a dicembre una diminuzione dello 0,1% rispetto a novembre e dello 0,8% tendenziale. La media mobile a tre mesi mostra il permanere di una tendenza alla stabilizzazione. Nel complesso del 2014, l'Icc evidenzia una diminuzione dei volumi dei beni e servizi acquistati dalle famiglie dello 0,7%, in netta attenuazione rispetto al crollo rilevato nel biennio precedente (-6,7% cumulato).

martedì 3 febbraio 2015

Dalla rassegna stampa. ItaliaOggi: In crescita il numero delle imprese italiane, 30 mila in più nel 2014

Si arresta l'emorragia delle imprese in Italia. Nel 2014 si sono registrate 30 mila aziende in più: saldi positivi nei servizi, nel turismo e commercio, in rosso invece agricoltura, manifattura e costruzioni. Lo evidenzia Unioncamere diffondendo i dati sulla natalità e mortalità delle imprese risultante dal registro delle imprese nel 2013.

"Il sistema delle imprese" - si legge nel rapporto - "sembra aver ritrovato il passo della crescita e, nonostante una buona parte dell'anno trascorsa con l'affanno, alla fine del 2014 mette a segno un saldo positivo tra aperture e chiusure".

Il bilancio, di poco superiore alle 30 mila unità, è pari a un tasso di crescita del numero delle imprese registrate dell'0,51%, più che doppio rispetto all'anno precedente. Il risultato appare totalmente determinato dalla fortissima frenata delle cessazioni (340.261 le imprese che hanno chiuso i battenti, 31.541 unità in meno rispetto a quanto avvenuto nei dodici mesi precedenti).
 
Il dato è il migliore dal 2010 e segnala una probabile inversione di tendenza nelle attese degli imprenditori oggi attivi, che intravvedono la possibilità di un effettivo rilancio delle attività nel corso del 2015.

Breaking news da Il Sole 24Ore: L'Italia torna in deflazione

L'Italia torna in deflazione e tocca i minimi da oltre mezzo secolo: dopo la variazione nulla di dicembre, a gennaio l'indice dei prezzi al consumo diminuisce dello 0,6% rispetto a gennaio 2014, il livello più basso dal settembre 1959 (-1,1%). Su base mensile il calo è dello 0,4%. Lo rende noto l'Istat, diffondendo le stime preliminari.
 
L'indice armonizzato europeo (Ipca) diminuisce dello 0,4% su base annua (dal -0,1% di dicembre), il livello più basso dal 2001. Su base mensile il calo è del 2,4%: la flessione congiunturale - spiega l'Istat - è in larga parte da ascrivere ai saldi invernali dell'abbigliamento e calzature, di cui l'indice Nic non tiene conto.
 
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'inflazione di fondo permane positiva ma in ulteriore rallentamento (+0,3% da +0,6% di dicembre); al netto dei soli beni energetici scende a +0,3% (era +0,5% il mese precedente). L'inflazione acquisita per il 2015 è pari a -0,6.

lunedì 2 febbraio 2015

Dalla rassegna stampa. ItaliaOggi e Il Sole 24Ore: "Avanti tutta con il decreto fiscale"


Avanti tutta con il decreto che depenalizza alcuni reati fiscali fino al limite del 3% dell’imponibile. L’annuncio, subito dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, è del ministro delle riforme e dei rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi, che ha confermato la presentazione, nel consiglio dei ministri del 20 febbraio, del provvedimento, in versione riveduta e corretta, che aveva fatto gridare alla norma salva-Berlusconi.

Questa mattina il premier Renzi ha comunque avvertito che il provvedimento sarà oggetto di un lavoro certosino di messa a punto: "Sulla norma del 3% stiamo valutando, verificando, vedremo se cambiarla e come. Il senso è che se fai il furbo e ti becco ti stango, ti faccio pagare il doppio ma non diamo corso al processo penale se c'è buona fede. Berlusconi non c'entra niente ma bisogna dividere tra gli evasori e chi fa errori in buona fede. Con le nuove norme l'evasione non soltanto è combattuta, ma recuperiamo più soldi. Si interviene solo sul penale", ha aggiunto il premier sottolineando "non è vero che siamo un paese di evasori, ma servono regole certe e chiare".
 
Modifiche alle norme sulle partite Iva. "Nei decreti delegati sul fisco c'è anche lo spazio per modificare in meglio le norme sulle partite Iva e spero riusciremo a presentarle", ha detto il premier  ai microfoni di Rtl 102,5, sottolineando che spera di presentare tutta la riforma fiscale il 20 febbraio.