mercoledì 18 marzo 2015

Indagine Il Sole 24Ore, gli stipendi minimi in Ue

Dal confronto comparato si evidenzia che nel 2015 in Europa sono 6 i Paesi privi di un salario minimo, tra questi l'Italia accanto all'Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia. Solo dal 1° gennaio 2015 la Germania ha introdotto il salario minimo. La retribuzione oraria minima è fortemente diversa a seconda del Paese. Il Lussemburgo vanta un salario minimo legale di 11,12 euro l'ora, il più elevato a livello europeo; il Paese in questione ha fissato anche quello su base mensile che è pari a 1.922,96 euro.

Segue la Francia con 9,61 euro l'ora; l'Olanda con 9,21 (al mese 1.502 euro, calcolato su 37,5 ore settimanali) e il Belgio con 9,10 euro l'ora (al mese 1.502, calcolato su 38 ore settimanali). Ripercorrendo la classifica a ritroso il salario minimo più basso lo troviamo in Bulgaria, con un valore equivalente a 1,06 euro l'ora. Poco più alto è quello stabilito dalla Romania (1,30 euro/ora), Lituania (1,82 euro/ora), Lettonia (1,96 euro/ora) e Repubblica Ceca (2,00 euro/ora)
 
Per valutare i possibili effetti sul mercato del lavoro del salario minimo, non si rileva tanto il suo valore assoluto, quanto piuttosto il rapporto con i salari “effettivi”, più correttamente con il salario mediano.
Infatti nella letteratura economica si ritiene che quando il salario minimo si avvicina o supera il 60% del salario mediano esso sia troppo alto e determini un effetto negativo sull'occupazione.
Emblematico è il caso del Lussemburgo, dove nel 2013 si registrava il salario minimo più elevato in Europa, con 10,83 euro, comunque corrispondente “solo” il 41% del salario mediano, inferiore, come visibile dal grafico, a molti altri paesi europei, con salari minimi anche molto più bassi (per es. Portogallo, 2,92 euro/ora, oppure Lituania, 1,76 euro/ora).
 
La Francia ha fissato per il 2015 il suo salario minimo legale a 9,61 euro/ora, corrispondente a un salario minimo mensile (calcolato su 35 ore settimanali) di 1.458 euro. La Germania ha introdotto il salario minimo legale a decorrere dal 1° gennaio 2015, fissandolo a 8,5 euro/ora, per un salario minimo mensile (calcolato su 38 ore settimanali) di 1.400 euro. Il suo rapporto con il salario mediano è stato calcolato nel 50%, tra i paesi con l'indice più elevato. Il salario minimo nel Regno Unito è 6,5 sterline/ora (circa 8 euro/ora), per un minimo mensile (calcolato su 38 ore settimanali) di 1.073 sterline (circa 1.330 euro); in Spagna è stabilito in 3,93 euro/ora, per un minimo mensile (calcolato su 38 ore settimanali) di 649 euro.
In Italia la legge delega n. 183/2014 ha previsto l'introduzione di un salario minimo, che tuttavia non sarebbe generalizzato, ma applicabile soltanto ai settori non coperti da contrattazione collettiva, per non spiazzare la funzione della contrattazione e il ruolo dei sindacati. Sarebbe applicabile non soltanto ai lavoratori subordinati, ma anche ai collaboratori coordinati e continuativi.

Dalle indiscrezioni, pare che il Governo intenda fissare il salario minimo tra i 6,5 e i 7 euro/ora: tale cifra pare troppo elevata perché è stato calcolato che corrisponderebbe a oltre il 60% del salario mediano. Quando tale indice è a questi livelli, si ritiene che il salario minimo determini effetti negativi in termini di minore occupazione, almeno ufficiale, poiché un ulteriore effetto è anche la “fuga” verso il lavoro nero.