lunedì 13 aprile 2015

Dalla rassegna stampa. ItaliaOggi: "Scatta l'ora X per le assemblee societarie"

Aprile e maggio sono, da tradizione, i mesi dedicati alle assemblee societarie, l’occasione per gli azionisti di fare il punto sul bilancio dell’anno precedente e sulle prospettive per i mesi a venire. Un appuntamento che quest’anno assume un valore particolare tra le prospettive (ancora in cerca di conferme) di ripresa economica e i cambiamenti in arrivo nel settore del credito, con le ricadute attese su tutti gli altri comparti.

Segnali contrastanti dal fronte macro. Se si passa invece a una focalizzazione sul momento storico che stiamo vivendo, le assemblee 2015 assumono un’importanza particolare per capire quale direzione potranno prendere le varie società nei mesi a venire. Dopo anni di crisi, tutti gli analisti sono oggi concordi nello stimare un 2015 di crescita per l’economia italiana, anche se le previsioni risultano molto distanti tra loro e non facile comprendere oggi quale impatto potrà avere l’atteso progresso del Pil sugli utili aziendali, in parte legati all’export (le attese su questo fronte sono particolarmente rosee alla luce dell’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro), ma al contempo zavorrati dai mancati investimenti degli ultimi anni (caratterizzati in molti casi dalla priorità assoluta di ridurre i costi).
 
Né aiutano i dati di consuntivo relativi al primo scorcio dell’anno: da una parte crescono i contratti di lavoro a tempo indeterminato, ma dall’altro continua a salire la disoccupazione, vi sono segnali di robusta ripresa della fiducia tra le imprese (giunta ai massimi da tre anni), ma anche conferme sulla debolezza dei consumi (appena +0,5% nel corso dell’ultimo anno, per altro a fronte di una disponibilità rimasta invariata rispetto al 2013). Tutto questo mentre la pressione fiscale continua a salire, penalizzando così la capacità di spesa delle famiglie e di investimento da parte delle imprese.

Intanto l’incremento delle sofferenze bancarie non accenna a fermarsi (ha ormai raggiunto quota 185,5 miliardi di euro), mentre il tasso di ingresso in sofferenza delle società non finanziarie, segnala un’indagine Cerved, ha intrapreso il trend discendente e nel 2016 dovrebbe attestarsi al 3% contro il 3,7% di fine 2014. Un miglioramento riguarderà tutte le fasce dimensionali delle aziende e tutte le aree territoriali, anche se si arriverà alla fine del prossimo anno con una situazione nel Mezzogiorno (4,4% di tasso di sofferenza) ben più grave rispetto al Nord-Est (2,2%).